Categoria: OmeopatiaIl metodo

Metodo Omeopatico

Dunque la metodologia omeopatica consiste, per determinare il rimedio adeguato al caso, nel far coincidere due quadri sintomatici:

1. Patogenesi: cioè il quadro reattivo di un individuo sano sottoposto all’azione sperimentale di una sostanza

2. Quadro sintomatico del paziente, che si compone:

a) dei sintomi patognomonici: così come descritti nella semeiotica classica

b) dei sintomi particolari del paziente: questi costituiscono la semeiotica omeopatica, che riprende la semeiotica classica completandola con:

LE MODALITA’: la “ modalità ” é la qualificazione di un sintomo,nel senso dell’aggravamento o del miglioramento di esso sotto l’influenza di circostanze esterne o interne, ad esempio:
· Caldo-freddo
· Riposo-movimento
· ORARIO: mattino, pomeriggio, sera notte ecc
· CLIMA: secchezza, umidità, mare montagna
· CIRCOSTANZE FISIOLOGICHE:mestruazioni, sonno, vomiti, diarrea ecc

vengono poi considerati SEGNI FUNZIONALI E SEMIFUNZIONALI estesi a tutta la sensibilità personale, dunque a tutto il comportamento del paziente, cioè, come indica Hahnemann “tutti i mutamenti nel modo di sentire o di agire ”.
Schematizzando possiamo distinguere:
· Un COMPORTAMENTO GENERALE: agitazione; prostrazione, sonnolenza, aggressività, collera, ricerca di affetto, ecc
· Un comportamento sessuale
· Desideri e avversioni alimentari
· turbe del sonno e dei sogni

Abbiamo infine i SEGNI EZIOLOGICI che dal punto di vista omeopatico possono essere i più vari, e rappresentano comunque tutte quelle che apparentemente sono le cause scatenanti di un sintomo o di una sindrome: possono essere traumi affettivi o fisici, variazioni climatiche e le loro conseguenze, operazioni chirurgiche e via dicendo.

Ma leggiamo anche a questo proposito le parole di Hanhemann al paragrafo 86 e 153 dell’Organon:

86. quando le persone interrogate hanno finito di spiegare quello che volevano dire spontaneamente, il medico aggiunge, ad ogni sintomo,informazioni più precise e procede a questo proposito nel modo seguente.
Rilegge tutto ciò che vi é stato segnalato ponendo l’accenno su particolari temi; per esempio può chiedere:
Quando é apparso questo sintomo?
A che ora del giorno e della notte?
Qual é il rapporto tra questi sintomi e i medicamenti prima presi?(i sintomi si sono verificati quando prendeva ancora i medicamenti in questione, o solo qualche giorno dopo che ha cessato di prenderli?)
Quale dolore, quale sensazione, descritta dettagliatamente, si é manifestata in una data parte del corpo?Se ne indichi l’esatta localizzazione.
Descrivete il modo in cui si é manifestato ogni dolore di cui vi lamentate. Alcuni sono continui e tenaci, altri insorgono sotto forma di accessi.
isolati o periodici?
Di quale durata?
A che ora del giorno e della notte queste sensazioni erano più forti e a che ora erano assenti?
In quale posizione del corpo?
Descrivete il carattere e il genere di ogni dolore o sensazione.
In che modo preciso si é verificato questo e quest’altro episodio e in quali circostanze?
Tutte queste informazioni devono venire esposte in termini chiari e coincisi.

153.Il confronto dell’insieme dei sintomi della malattia naturale con l’elenco dei sintomi patogenetici di medicamenti ben sperimentati- é utile ripeterlo- rappresenta la condizione sine qua non per trovare, tra questi ultimi,una potenza farmacodinamica simile al male da guarire . Ma bisogna sopratutto, e quasi esclusivamente,nella ricerca del rimedio omeopatico specifico, attenersi ai sintomi oggettivi e soggettivi caratteristici
più appariscenti
più originali
più insoliti
e più personali.

Sono sopratutto questi che devono corrispondere ai sintomi molto simili del gruppo appartenente al rimedio da trovare, affinché quest’ultimo sia quello più utile ai fini della guarigione. Al contrario i sintomi comuni e vaghi, come i malesseri, la stanchezza, il mal di testa, l’assenza di appetito , un sonno disturbato ecc. meritano scarsa attenzione, sia per via del loro carattere banale e impreciso, sia perché li si incontra in quasi tutte le malattie e in quasi tutti i medicamenti.

 

Detto in altre parole, l’abilità del medico omeopatico consisterà nel saper scegliere quei sintomi fondamentali, riducibili spesso ad un numero ristretto,che caratterizzano quel dato processo patologico .

Egli deve essere in grado di individuare in quel dato paziente quella che Thomas Paschero, uno dei più grandi omeopati di questo secolo, chiamava la “sindrome minima di valore massimo ”.