Categoria: OmeopatiaIl metodo

Introduzione

Da un punto di vista storico l’Omeopatia è certamente uno dei fenomeni più interessanti della storia della medicina: infatti da quando sono stati enunciati i suoi principi, all’inizio dell’ottocento, é sempre esistito un gruppo di medici che, sebbene avessero studiato nelle tradizionali facoltà di medicina, tuttavia preferivano l’alternativa omeopatica.

Alternativa che consiste di una serie di principi terapeutici opposti a quelli della medicina ortodossa (per ortodossa intendo la tradizionale medicina scientifica del 19° e 20° secolo, conosciuta come allopatia).

Per circa 180 anni gli omeopati hanno rifiutato di integrarsi nella tradizione ortodossa ed hanno condotto un’esistenza autonoma, ai margini del mondo medico tradizionale, in particolare negli ultimi 60-70 anni: infatti per dare un idea delle cifre, nel 1890 negli Stati Uniti erano 14000 gli omeopati contro 85000 allopati.
In Italia la maggior diffusione dell’omeopatia è stata tra il 1830 e il 1860. all’epoca erano circa 500 i medici che si dedicavano all’omeopatia.
Inizio a diffondersi in Italia in seguito all’occupazione delle truppe austriache, con le quali operavano medici militari entusiasti dell’omeopatia.
Tra le regioni dove é stata più diffusa troviamo in particolare Napoli, la Sicilia e Roma.
(A Napoli dove le truppe austriache arrivarono nel 1821 già nel 1824 veniva pubblicata la prima edizione dell’ “Organon” in italiano.) Nel 1828 Francesco I dette la possibilità di sperimentare l’omeopatia nell’Ospedale Militare della “Trinità ”. I risultati furono esaltati dagli omeopati e contestati dalla medicina ortodossa, così come avverrà durante tutto il secolo successivo.

L’alleato più prezioso dell’omeopatia all’epoca fu il colera, che contribuì non poco alla diffusione della medicina omeopatica.

Sono tuttora reperibili le pubblicazioni in cui sono riportati i risultati ottenuti presso l’ ”Ospedale dei Poveri ” di Napoli.
A Roma e nello Stato Pontificio fu facilitata dall’appoggio dei Papi. Furono istituite vere e proprie condotte mediche omeopatiche).

L’esistenza di questi medici ha sempre creato motivo di imbarazzo all’ortodossia medica: infatti, mentre era facile guardare con sufficienza i vari guaritori e praticoni, gli omeopati avevano studiato nelle loro stesse Università, e conoscevano la medicina ufficiale “dall’interno ” , tuttavia ne criticavano il metodo terapeutico.

D’altronde l’ortodossia medica fin dai tempi di Hanhemann ha sempre proclamato le proprie dottrine come scientifiche, e dunque non suscettibili di una fondamentale revisione teorica, per cui gli omeopati non potevano vedere riconosciuta una dottrina che attaccava i fondamenti stessi di quel sistema. Gli argomenti dell’allopatia contro l’omeopatia sono sempre stati di natura aprioristica: in particolar modo si é sempre sostenuto che delle dosi così piccole “non potevano ” avere effetti, e dunque l’omeopatia é solo la somministrazione sistematica di placebo.

In genere in un discorso scientifico tuttavia i fatti vengono prima delle teorie. Ciò che si chiama “metodo scientifico ” è, tra le altre cose, una tecnica per raggiungere un accordo su certi fatti: in altre parole, una volta accertati i fatti si possono discutere le teorie per spiegarli. Naturalmente il fatto principale da verificare sull’omeopatia é se i medici omeopati sono in grado di curare i pazienti col metodo omeopatico. Ciononostante per decenni gli allopati si sono sistematicamente rifiutati di verificare questo fatto, e recentemente quando c’è stata qualche apertura in questa direzione non si sono volute considerare le peculiarità del metodo omeopatico nell’analisi dei fatti.