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A Pisa l’anestesia diventa “integrata”

(da Popular Science)

Affrontare un’operazione chirurgica integrando trattamenti complementari, grazie a un mix tra farmaci omeopatici e agopuntura si può. È quanto viene realizzato nelle sale operatorie del Centro Senologico dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana, dove l’equipe dell’Unità operativa di Anestesia e Rianimazione, diretta dal Dottor Luigi De Simone, già da due anni offre alle pazienti che ne fanno richiesta, l’anestesia integrata, una procedura innovativa che sta riscuotendo sempre più successo tra le donne.

Dottor De Simone il vostro fiore all’occhiello è l’anestesia integrata. Mi spiega in cosa consiste e da dove siete partiti?
Siamo partiti da una richiesta forte che ci è arrivata proprio dai pazienti. A dare il “la” a questa pratica è stata, ormai due anni fa, una signora con un tumore alla mammella, la nostra paziente zero, che con molta determinazione non voleva che le fossero somministrati oppioidi e analgesici. Dopo di lei abbiamo trattato una donna con insufficienza epatica cronica importante per evitare di sovraccaricare ulteriormente un fegato già compromesso.

L’anestesia integrata si traduce nel sostituire gli oppioidi o altri analgesici antidolorifici con trattamenti omeopatici fondamentalmente a base di Arnica montana e di Apis mellifica, Gelsemium e Hypericum. I globuli di Arnica vengono somministrati due o tre giorni prima dell’intervento e nel post operatorio. Nel contempo le pazienti vengono sottoposte a una seduta di elettro-agopuntura pre e intra operatoria. Tutto questo serve per stimolare la produzione di oppioidi endogeni, normalmente presenti nel nostro organismo, e ridurre i mediatori dell’infiammazione dovuti all’intervento chirurgico.

I risultati conseguiti sono ottimi: al termine dell’intervento le pazienti sono lucide e rilassate, soprattutto non mostrano dolore nel post operatorio. Fin ora abbiamo utilizzato l’anestesia integrata con 35 donne. Sono pazienti allergiche o con problemi di metabolismo epatico nelle quali l’assunzione di farmaci può aumentare il rischio di complicanze nel post operatorio o che lo richiedono. Donne fermamente motivate nel voler intraprendere questo percorso.

Quali sono le caratteristiche per poter usufruire dell’anestesia integrata?
Alla base ci deve essere una scelta ben determinata da parte del paziente con il quale parliamo a lungo. Non dimentichiamo infatti che il confronto approfondito è alla base della medicina integrata. Cerchiamo di inquadrare la paziente per capire da dove nasce la loro scelta e concordiamo con loro il percorso da seguire e che, qualora non rispondesse positivamente, si utilizzeranno i trattamenti tradizionali per il controllo del dolore.

Insomma qual è il valore aggiunto della medicina integrata?
Offrire alle persone tutto quello che può servire ad avere una qualità di vita il migliore possibile consentendogli di mantenere una soddisfacente vita di relazione. Questo si traduce nel dare la possibilità di integrare i trattamenti della medicina tradizionale con prodotti o farmaci omeopatici, (a base di Nux vomica, Ipeca, Apis, Belladonna), che possano aiutare a bilanciare gli effetti collaterali di alcune terapie, in particolare nausea, vomito e rash cutanei nella chemioterapia e nella radioterapia, o le vampate di calore (Arnica montana, Lachesis mutus e altro ancora) in donne giovani con tumore alla mammella e in menopausa farmacologica.

Vuol dire offrire ai pazienti la possibilità di inserire nel programma terapeutico tutto quello che permette di stare meglio, quindi prodotti omeopatici, agopuntura, ma anche attività come il Tai chi, che abbiamo praticato con le donne del Centro Senologico. Fondamentale in questo approccio integrato è la conoscenza della persona, e come ho già sottolineato, la visita medica si caratterizza infatti con un’attenta osservazione della persona ed un’accurata raccolta dei sintomi per inquadrare il paziente in ogni aspetto e arrivare così ad una terapia omeopatica indicata per “quella” paziente.

Insomma, è la realizzazione della medicina della persona (tailored) alla quale la medicina tradizionale si sta indirizzando sempre di più. Spieghiamo sempre alle pazienti che la medicina integrata non sostituisce la medicina tradizionale ma si integra con essa per permettere la miglior qualità di vita e di relazione possibile nel loro percorso terapeutico.