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FONDAMENTO SCIENTIFICO DELLE BASSE DOSI

Video- Luc Montagnier: Omeopatia- LE BASSE DOSI HANNO ORA UN FONDAMENTO SCIENTIFICO.

 
NUOVE PROSPETTIVE ANCHE PER L’OMEOPATIAStraordinaria rivelazione – in anteprima mondiale – del Premio Nobel Prof. Luc Montagnier in occasione del convegno “Integrazione tra fisica, chimica e biologia alla base della medicina del futuro.Milano, 1 ottobre 2009 – Luc Montagnier, Premio Nobel 2008 per la medicina, ha partecipato al convegno “Integrazione tra fisica, chimica e biologia alla base della medicina del futuro”, tenutosi ieri a Milano presso il Circolo della Stampa. Durante il suo intervento Luc Montagnier ha rivelato in anteprima mondiale alcune sorprendenti scoperte relative alla natura del DNA umano, ottenute dal suo staff attraverso i percorsi di ricerca sull’AIDS.Partendo dal presupposto che il DNA si organizza intorno all’acqua, che è la base dell’organismo umano, Montagnier ha dichiarato: “Questo principio è sempre stato evidente, ma è stato altrettanto trascurato, come trascurate sono state le necessarie interazioni tra la medicina e la fisica, discipline che invece sono strettamente interdipendenti, specie per quanto riguarda l’analisi della struttura dell’acqua. A queste nuove scoperte siamo arrivati seguendo i nostri percorsi di ricerca sull’AIDS, collaborando con laboratori di varie parti del mondo. Abbiamo utilizzato sensori a bassa frequenza, osservando sia i filtrati delle colture di virus sia il plasma di persone infette. E ciò che abbiamo visto è una variazione nelle frequenze delle onde elettromagnetiche, abbiamo osservato dei picchi nella fascia da 0 a 20.000 hertz”Montagnier parla dunque di un vero e proprio fenomeno di “risonanza” nelle molecole dell’acqua quasi che essa fosse “condizionata” e quindi “condizionabile”. Questo condizionamento può essere interno od anche esterno, ed in questo acquistano certamente peso certi fattori ambientali, come l’inquinamento elettromagnetico delle nostre città. Al di la di questo, è dunque possibile affermare, in estrema sintesi, che quando si diluisce una sostanza fino a far rimanere “solo acqua”, essa mantiene comunque un suo background elettromagnetico.

“Abbiamo svolto molti studi sui batteri – ha proseguito Montagnier – e ci sono segnali da parte di molecole ad alto peso molecolare che anche se diluite alla 10 alla diciottesima mantengono un loro proprio segnale: abbiamo dimostrato che questo fenomeno non dipende dalla quantità, ma è un fenomeno che afferisce alla fisica quantistica, alla struttura fisica dell’acqua. Ad esempio abbiamo lasciato due distinte provette in un contenitore di lega metallica che impedisce l’irradiazione verso l’esterno, ed abbiamo visto che tra le due provette, una diluita a 10 alla terza ed una a 10 alla nona, c’era uno scambio di informazioni e di connotazioni a livello molecolare. Questo ci ha dimostrato che le molecole hanno un loro background elettromagnetico ed esso è in grado di trasferirsi da una molecola all’altra, da una provetta all’altra. Abbiamo poi misurato questi fenomeni per settimane nel sangue dei pazienti, estraendo e misurando la parte liquida del plasma umano. La maggior parte degli agenti patogeni, i batteri ma anche i virus, incluso l’HIV, producono questi segnali. Noi li abbiamo mappati, con molte tecniche di disamina differenti, e quelle che abbiamo visto è congruente con tutto quanto ho appena esposto”.

Occorre ovviamente raffinare l’interpretazione di questi fenomeni – hanno precisato gli esperti presenti al congresso – ma quello che è certo è che rispetto agli esperimenti di Benveniste sulla memoria dell’acqua degli anni ’80, si è ora in grado di fare degli esperimenti e poi di ripeterli, esperimenti che hanno il requisito della riproducibilità e quindi scientificamente attendibili. Tutto ciò potrebbe aiutare ad uscire dalla logica del “tanto più alto è il dosaggio del farmaco, tanto più efficace è la terapia” – ha poi aggiunto Montagnier – ed aprire nuove interessanti prospettive terapeutiche basate su paradigmi differenti da quelli indagati fino ad oggi.

All’intervento del Premio Nobel è seguito un interminabile applauso di diversi minuti, ed i contenuti della sua relazione sono stati commentati “a caldo” in modo estremamente positivo da molti accademici presenti, con parole come “innovativo, entusiasmante, questa è la medicina del futuro”
(fonte:www.guna.it)