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Ma è necessario assumere le “statine” ?

Da più di due decenni nelle nostre tavole dobbiamo confrontarci con un terribile nemico: IL COLESTEROLO ! Quando eseguiamo esami di laboratorio di routine una delle principali preoccupazioni è il valore del colesterolo.

Ci giungono messaggi terrorizzanti da più parti: ma è davvero così pericoloso il colesterolo?

Il colesterolo come sappiamo da molti decenni è un costituente fondamentale del nostro corpo, presente in particolare nel cervello e nei nervi, inoltre è utilizzato per la produzione di ormoni, acidi biliari e vitamina D.

Il colesterolo può essere ingerito ma perlopiù viene sintetizzato dal nostro corpo: meno ne ingeriamo con la dieta e più ne produciamo.

 

CUORE

Per ragioni tuttora non chiarite, i problemi cardiaci dovuti alle coronarie aumentarono moltissimo a partire dagli anni 20 in tutto il mondo industrializzato fino a diventare la principale causa di morte prematura e nel 1950 un medico americano, John Gofman ipotizzò che la causa fosse il colesterolo.

Si scoprì che nel materiale che ostruiva le arterie era presente anche colesterolo e che alcuni pazienti che soffrono di una rara malattia genetica, la ipercolesterolemia familiare sono colpiti frequentemente da disturbi coronarici: a questo punto colesterolo e disturbi cardiaci furono correlati.

Tuttavia restavano dei punti oscuri, perché le placche aterosclerotiche presenti nei pazienti sofferenti di ipercolesterolemia familiare erano diverse, inoltre in pazienti col alti livelli di colesterolo dovuti a mixedema o altre patologie non si verificava un aumento della patologia coronarica, e ancora alti livelli di colesterolo non sono associati ad un aumento della patologia coronarica negli ultrasessantenni.

La correlazione tra la dieta e la malattia coronarica fu fatta da un altro medico americano, Ancel Keys nel 1953, in relazione ad alcuni dati che sembravano indicare una maggiore incidenza di morti per malattie coronariche in paesi che consumavano più grassi (successivamente si è visto che lui ha utilizzato solo i dati a favore della sue ipotesi)

A questo punto sono iniziati vari studi su questa correlazione: uno dei più importanti lo studio di Framingham in Massachussetts alla Harvard Medical School.Dopo 22 anni le conclusioni furono: NON ESISTE NESSUNA RELAZIONE EVIDENTE TRA LA DIETA E LO SVILUPPO DI PATOLOGIE CORONARICHE .

Nel 1997, dopo 27 anni, il Journal of American Medical Association  (JAMA) ugualmente non trovò alcuna correlazione tra dieta ricca di grassi e malattia coronarica.

Una delle più estese ricerche mediche mai compiute, il Multiple Risk Factor Intervention Trial, che coinvolse 28 centri medici e 250 ricercatori, che studiarono 361000 soggetti  a rischio coronarico ai quali ridussero fortemente il colesterolo  nella dieta e le calorie totali: le conclusioni furono che questo intervento non fu di nessun beneficio sulla mortalità per cause coronariche.

 

I risultati dello studio dell’OMS in ambito europeo per la prevenzione della malattia coronarica, furono definiti deludenti perché ancora una volta non trovarono correlazione tra la dieta e la patologia coronarica.

 

Ci sono alcuni dati che suggeriscono una correlazione tra aumento del consumo di margarina al posto del burro e l’aumento di morte per cause coronariche.

 

I PERICOLI DI BASSI LIVELLI DI COLESTEROLO

Mentre da anni i media si sono concentrati sui supposti effetti negativi del colesterolo sono stati ignorati i pericoli di bassi livelli di colesterolo.

Dal 1972 sono stati pubblicati più di venti studi sulla correlazione tra colesterolemia e cancro e la maggior parte hanno associato bassi livelli di colesterolo nel sangue ad un aumento di tumori.

 

Un grosso studio condotto in Giappone durato 20 anni ha concluso  che bassi livelli di colesterolo sono associati ad aumento di incidenza di ictus.

 

La maggior parte degli studi sul colesterolo non includeva gli anziani: uno studio su ottuagenari in Islanda a Reykiavik ha dimostrato una mortalità molto inferiore degli individui con alti livelli di colesterolo.

 

Due lavori pubblicati in Cancer Epidemiology, Biomarkers & Prevention indicano una correlazione significativa tra alti livelli di Hdl e minore incidenza di tumori maligni in generale.

 

FARMACI PER IL COLESTEROLO

Nonostante le evidenze che i cambiamenti dietetici non influivano sulla mortalità coronarica, gli sforzi di concentrarono sui farmaci.

Dopo molti anni di esperimenti con effetti collaterali disastrosi con vari farmaci, dal Triparanolo alla Colestiramina e infine al Clofibrato, sponsorizzato dall’OMS, che evidenziò molti più decessi nei pazienti che assumevano il clofibrato.

Infine nonostante i precedenti del triparanolo venne approvato per uso ” a vita” , dopo un brevissimo periodo di studio, un altro inibitore della sintesi epatica del colesterolo, la LOVASTATINA (da cui devivano la SIMVASTATINA e la PRAVASTATINA)

Nel 1993 una metanalisi su tutti gli studi relazionati con la riduzione farmacologica del colesterolo, mostrarono un leggero beneficio solo in pazienti al altissimo rischio, mentre negli altri casi la mortalità aumentava.

Gli effetti collaterali possibili della statine vanno dalla gotta alle aritmie, dalla depressione all’emicrania, fino alla rabsomiolisi.

NON ESISTONO IN REALTA’ STUDI CHE DIMOSTRINO UNA MAGGIORE ASPETTATIVA DI VITA NEI PAZIENTI CHE ASSUMONO STATINE: la cosa incredibile è che questo è talmente vero che le case farmaceutiche non si possono esimere dal segnalarlo nel foglietto illustrativo, e allora  prendiamo una delle statine più utilizzate per esempio la rosuvastatina (Crestor) e andiamo a leggere nei meandri del foglietto illustrativo:

GLI STUDI DI MORTALITA’ E MORBILITA’ CON CRESTOR NON SONO ANCORA STATI COMPLETATI: ROSUVASTATINA QUINDI NON HA ANCORA DATO PROVA DI PREVENIRE LE COMPLICAZIONI ASSOCIATE ALLE ANOMALIE LIPIDICHE, COME LE MALATTIE CORONARICHE.

 

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