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Lo STREPTOCOCCO pericolo reale o immaginario?

Una faringo-tonsillite da Streptoccocco beta emolitico di gruppo A,  per quanto riguarda la sintomatologia in genere si cura facilmente con metodi naturali e più specificamente con la Medicina Omeopatica Classica, senza l’uso della terapia antibiotica.

Il problema si pone non tanto in relazione alla risoluzione della patologia quanto agli eventuali pericoli rappresentati dalla mancata “eradicazione dello streptococco”, e specificamente al Reumatismo Articolare Acuto (RAA) o Febbre Reumatica, che potrebbe danneggiare le valvole cardiache, perché è dimostrato  che la terapia antibiotica non protegge da complicazioni come lo shock tossìco o la glomerulonefrite.

 

Se guardiamo le statistiche degli USA, le più attendibili, vediamo che l’incidenza del RAA è calata enormemente dopo il 1940, cioè già prima della cosiddetta “era antibiotica”  e dopo il 1970 è diventata rarissima. Ormai in tutto l’occidente ci sono solo piccolissime aree di incidenza del RAA.

Probabilmente i ceppi di Streptococco con una forte affinità per le valvole cardiache sono diventati molto rari (Markowitz, 1998, Stollerman 1990).

E’ evidente oggi che nonostante molte faringiti streptococciche non vengano trattate con antibiotici (perché ovviamente moltissime volte non si fa diagnosi e comunque la patologia recede in 4-6 giorni) il RAA è quasi scomparso, e i pochi casi che si verificano spesso non sono apparentemente preceduti da una tonsillite streptococcica.

 

E’ inoltre dimostrato che in molti casi la terapia antibiotica non elimina completamente il batterio, tanto che se si ripete un tampone faringeo a distanza di tempo spesso ritroviamo lo streptococco, sia perché le colonie rimaste riprendono a moltiplicarsi , sia perché considerando che la terapia antibiotica non solo non modifica la predisposizione al moltiplicarsi dello streptococco ma al contrario, contribuendo ad abbassare le difese immunitarie può aggravarla, non è difficile venire a contatto con lo streptococco a causa di quel 10% dei popolazione che è “portatore sano” .

 

La eventuale suscettibilità alla febbre reumatica è stata attribuita dai ricercatori a vari fattori: questi includono caratteristiche genetiche (HLA). Uno dei fattori più considerati è uno stato innato di iper-risposta immunitaria agli antigeni streptococcici. Tuttavia la ragione per cui si può verificare in alcuni gruppi resta sconosciuta e i dati possono essere talmente contraddittori da mettere  in dubbio la correlazione tra lo streptococco e la malattia reumatica (E.M. Ayoub 2003)

A mio avviso se mettiamo sulla bilancia la rarissima possibilità di complicanze cardiache post-streptococciche (considerate che la maggior parte dei pediatri della mia generazione non ha mai visto un caso di malattia reumatica) e gli effetti collaterali delle ripetute e protratte terapie antibiotiche (che peraltro non danno comunque certezze), è lecito  “al limite” ricorrere all’uso degli antibiotici solo in caso di preesistenti patologie cardiovascolari o se viviamo in una di quelle poche aree dove sono stati documentati vari casi di RAA.