Categoria: OmeopatiaIl metodo

Conclusioni

Il principale argomento contro l’omeopatia si é sempre fondato sul fatto che “non ha niente dentro ”: col metodo omeopatico infatti, la sostanza di base viene diluita a tal punto che con gli attuali metodi biochimici non é più possibile trovare tracce della sostanza di partenza.

Anche da un punto di vista teorico, in funzione del numero di Avogadro, dopo la dodicesima diluizione centesimale non dovrebbe restare traccia della sostanza di partenza.

Hahnemann, contemporaneo di Avogadro é, oltre che medico, chimico quotato: egli non esita a dirci, riferendosi alla dose omeopatica, che “la sua infima quantità non può essere immaginata o concepita nemmeno dai migliori matematici ”.

I detrattori dell’omeopatia senza prestare attenzione al fatto specifico della DINAMIZZAZIONE tentano di creargli una fama di medicina placebo .

Hahnemann diceva: “ é dinamicamente che si produce tale influenza medicamentosa sul nostro organismo, e ciò senza la minima trasmissione di particella medicamentosa materiale ”.

Tale azione, inesplicabile per il pensiero e il linguaggio scientifico degli inizi del XIX secolo egli la presenta come se avesse un’analogia con le proprietà magnetiche, ciò che noi oggi chiamiamo “campo elettromagnetico ”

Allora si credeva che l’atomo fosse la particella indivisibile e inalterabile della materia. In seguito si pensò che la realtà oggettiva fosse costituita dalle particelle elementari:elettroniprotoni e neutroni; ma non é più così:” noi – dice Einstein – dobbiamo pensare alla materia costituita da regioni dello spazio nelle quali il campo é particolarmente intenso….i questo nuovo tipo di fisica non c’é posto per il campo e la materia insieme, l’unica realtà é il campo.

Nell’opera di H. vediamo trasparire concetti di complementarità, introdotti recentemente dalla fisica moderna, tra energia e materia, campo e materia.

Sappiamo che un elettrone può subire l’influsso elettrostatico di un altro elettrone e che si produce tra loro uno scambio informativo qualunque sia la loro distanza.

E’ dimostrato sperimentalmente che due particelle elementari, nella misura in cui sono state a contatto in un dato momento, conserveranno la memoria di questo contatto.

Nel processo dinamico delle succussioni si creano probabilmente le condizioni elettrostatiche ottimali che permettono uno scambio di di informazioni tra gli elettroni della sostanza diluita e quelli della sostanza inerte che le serve da solvente.
Dunque , per concludere ricordiamo che due grandi principi terapeutici hanno dominato la medicina con alterne vicende fin dall’antichità:

IL PRINCIPIO DEI CONTRARI E IL PRINCIPIO DEI SIMILI:
Il primo é divenuto il sostegno della medicina ufficiale, l’allopatia, che con questo principio cura somministrando rimedi da opporre alla malattia o ai sintomi:ci saranno dunque gli anti-dolorifici; gli anti-piretici , antinfiammatori , antibiotici ecc

Il principio dei simili é invece come abbiamo visto alla base dell’omeopatia.

Si tratta dunque di due modi diversi di considerare l’arte di curare, come chiamava H. la pratica della medicina.

Ma, malgrado le apparenze non sono necessariamente in opposizione anzi a volte può essere necessario integrarle. Ci sono omeopati che non sono in grado di valutare quando sarebbe più opportuno l’utilizzo di un farmaco chimico, ma questo a volte a discapito dei pazienti che magari abbandonano l’omeopatia: viceversa ci sono tanti medici allopati , che senza nessuna argomentazione e senza avere neppure la più pallida idea dei principi della medicina omeopatica liquidano ogni discussione sull’omeopatia tacciandola di ciarlataneria.

La medicina deve valersi, caso per caso, di ogni mezzo idoneo a guarire il paziente con il minimo rischio e nel più breve tempo possibile. I due metodi si differenziano nettamente a livello della concezione del malato e della malattia, tuttavia si possono complementare sul piano pratico, e possiamo affermare che l’efficacia dell’una inizia laddove arrivano i limiti dell’altra.